«Se è vero che il mondo è fatto di atomi e molecole, a me piace dire che è fatto soprattutto di storie». Colum McCann, scrittore fra i più noti e amati al mondo in lingua inglese, International Book Award per “Lascia che il mondo giri” tradotto in 35 Paesi e pubblicato in Italia da Feltrinelli, ha emozionato il pubblico del Premio Terzani 2022 nella serata ospitata in un Teatro disciplinatamente gremito e festoso come nelle migliori occasioni che hanno preceduto la pandemia. «Ascoltare le storie degli altri permette di ampliare i propri orizzonti, di aprirci al mondo e di capire quello che succede – ha spiegato ancora il vincitore del Terzani, accolto da calorosi applausi nel corso dell’intervista condotta al Giovanni da Udine dal direttore de La Provincia Pavese (e prima ancora del Messaggero Veneto), Andrea Filippi -. Le vite degli altri sono spesso più interessanti delle nostre, sono un valore aggiunto da interiorizzare e comprendere per capire i fatti del mondo. Me ne sono reso conto – ha ricordato McCann – quando a 21 anni sono andato via dall’Irlanda e ho viaggiato negli Stati Uniti e per il mondo. Per due anni ho viaggiato e osservato quello che succedeva, poi ho cominciato a raccontare le storie che avevo visto e ascoltato».
La consegna del Premio in Teatro.
Della genesi e dei progetti legati ad “Apeirogon”, il libro per il quale ha vinto la 18° edizione del Premio Terzani, Colum McCann – in copertina, la consegna del riconoscimento – ha parlato ieri mattina nel corso della giornata conclusiva del festival vicino/lontano, che ospita dal 2005 la cerimonia di consegna del riconoscimento dedicato a Tiziano Terzani. «Di solito gli scrittori si concentrano sulle proprie ossessioni: ho incontrato nei miei viaggi due protagonisti di “Apeirogon”: due padri, uno israeliano e uno palestinese, accomunati dalla perdita della propria figlia per mano della guerra dell’altro. Mi sono chiesto a lungo se avevo il diritto di scrivere di questa storia così delicata, li ho interpellati e loro alla fine mi hanno detto che erano d’accordo. Ho apprezzato infinitamente il loro gesto di generosità e ho speso più di due anni per capire come trasmettere al meglio il loro messaggio: volevo scuotere le coscienze togliendole dalla comfort zone dove tutti si sentono tranquilli ed equilibrati. A poco a poco mi sono reso conto che ci voleva un’idea: quei due padri volevano mantenere vive le loro ragazze, per questo ho deciso di scrivere 1001 canti, ispirandomi alle Mille e una notte, per esprimere l’esperienza umana sconfinata di questo dolore». “Apeirogon”, un libro che mixa le storie e la fiction: «lo definisco per questo un ibrido – spiega ancora McCann – Vorrei essere percepito dai lettori al tempo stesso come scrittore e giornalista, se avessi 30 anni di meno sarei già in Ucraina per raccontare le storie di quel conflitto. Quello che accade laggiù è indescrivibile per l’atrocità, ma almeno ci arrivano le storie. Tutti dobbiamo impegnarci per consentire ai giornalisti di raccontare la verità, contro ogni tirannia. Il giornalismo è una professione di straordinaria importanza, così come quella degli insegnanti, che sono troppo poco rispettati nel nostro tempo». E al pubblico di Udine Colum McCann ha regalato anche due importanti anticipazioni del suo lavoro: «Innanzitutto la conferma che i diritti cinematografici di “Apeirogon” appartengono ufficialmente a Steven Spielberg – ha spiegato lo scrittore –. Volevo che il messaggio di pace dei due padri arrivasse a un pubblico diverso da quello letterario, attraverso il canale cinematografico. Loro, il palestinese Bassan Aframin e l’israeliano Rami Elhanan, già si divertono al pensiero di quale attore li interpreterà. Il mio sogno sarebbe una regista donna, possibilmente palestinese», ha spiegato McCann. «E poi – ha aggiunto – c’è un nuovo progetto letterario: è legato alla storia di Diane e James Foley, il giornalista statunitense trucidato nel 2014 dall’Isis. Sua madre Diane ha generato una Fondazione che si occupa di ostaggi per ricordarlo. Questo sarà il mio primo libro del tutto slegato dalla fiction. Qualche tempo fa siamo stati insieme a visitare l’assassino di Foley nel penitenziario dove è incarcerato: è stato uno dei momenti più intensi e indescrivibili della mia vita».
La Serata del Premio Terzani, introdotta dalle emozionanti letture di “Apeirogon” degli attori Massimo Somaglino e Alessandro Lussiana, sottolineata dall’intervento in collegamento della presidente di Giuria, Angela Terzani Staude, si è conclusa con il concerto dei Radiodervish. «Un evento – spiega la curatrice Paola Colombo, presidente dell’Associazione vicino/lontano – che ha riportato il Premio nel suo contesto ottimale, il Teatro Nuovo Giovanni da Udine, e soprattutto riportato il festival alle atmosfere delle edizioni prima della pandemia. D’altra parte, era questa la grande sfida di vicino/lontano 2022, quella che conteneva tutte le altre sfide di cui abbiamo discusso quest’anno: interpretare le nuove aspettative, gli interessi, la domanda di un pubblico che ha attraversato e affrontato la grande crisi del virus e ora si trova di fronte alla grande tragedia di una guerra europea. Siamo stati felici di scoprire che il pubblico ci ha atteso, ci ha seguito con partecipazione in un’edizione ricca di oltre 80 eventi e 200 protagonisti, in cinque giorni in tante location del centro città, a Udine. Ci ha fatto piacere registrare l’attenzione davvero viva per il tema dei diritti, come sempre molto presente nel nostro cartellone. E per i tanti incontri dedicati alla più viva attualità. Il ringraziamento mio e dei co-curatori Franca Rigoni e Álen Loreti va agli spettatori, ai nostri ospiti, alla macchina organizzativa, agli enti e ai partners che ci hanno sostenuto con passione. Al comitato scientifico, guidato dall’antropologo Nicola Gasbarro, alla famiglia Terzani che ha rinnovato la sua vicinanza per la celebrazione del Premio nel nome e nel ricordo di Tiziano Terzani».